Tutti parlano di quanto sia urgente salvare il pianeta; come un paziente per preservarne la salute o curarne le malattie necessità di una diagnosi. Per questo Miur, CNR ed ENEA collaborano e finanziano programmi di ricerca e studio nei laboratori delle Stazioni Scientifiche antartiche e sulla nave cargo-oceanografica Italica.

Da ottobre a febbraio, durante l’estate antartica, è in piena operatività la Stazione Mario Zucchelli costruita lungo la costa della Terra Vittoria settentrionale tra le lingue dei ghiacciai Campbell e Drygalski. La Stazione, gestita dall’ENEA – agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – per conto del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, dispone di una superficie coperta di oltre 7.500 m², offrendo ospitalità fino a 80 persone per le sue attività di ricerca nei campi della chimica, biologia, geologia, elettronica, ed è anche un importante supporto logistico ai ricercatori che operano nella più remota base italo-francese Concordia. Un piccolo villaggio pensato per persone, laboratori e servizi di prima necessità, dalla dissalazione dell’acqua, la produzione di energia, fino ai servizi sanitari. Al 2016, è arrivata ad ospitare 32 spedizioni scientifiche (1985-2017), che negli ultimi anni hanno raggiunto una media di 250-300 ricercatori all’anno.

E come ogni villaggio, produce rifiuti, che nello spirito del rispetto dell’ambiente vengono attentamente ridotti e selezionati e differenziati. In relazione alle loro caratteristiche vengono gestiti in loco per incenerimento, ove non possibile trasportati in Italia.

I primi di aprile la Nave Oceanografica Cargo “Italica” approda al porto di Ravenna, con il suo carico prezioso di informazioni e dati per le attività routinarie di collegamento e approvvigionamenti, portando anche i rifiuti da smaltire: circa 150 tonnellate delle più disparate tipologie vengono quindi scaricati a terra.

Ed è qui che entriamo in gioco noi! La Cart, ha seguito per 4 giorni con uno staff tecnico direttamente presso il Porto di Ravenna le operazioni di carico sugli automezzi e coordinamento logistico con le destinazioni, supervisionando la movimentazione di un totale di 18 unità tra container e compattatori mobili. All’arrivo presso l’impianto La Cart di Rimini, un secondo staff tecnico-operativo, composto da una decina di tecnici ed operai, unitamente alla supervisione dell’ Autorità Competente (ARPAE), ha svolto la ricezione e le attività preliminari di smistamento delle varie tipologie, affinché ogni rifiuto fosse avviato al corretto impianto e trattamento. Un lavoro a margine di un grande progetto di ricerca, nondimeno necessario, importante ed impegnativo.